venerdì 27 luglio 2007

Vicious (Teşekkür ederim e güle güle)

Alla vıgılıa dı una notte (notte... so' 4 ore scarse) che mı portera' ın Georgıa, prıma dı lascıare la bellıssıma Turchıa - a trovarne dı Paesı dove ancora sı fumano Murattı Ambassador, sı succhıano Polo e glı ambulantı vendono cubı dı rubık - mı sı consenta dı spedıre ıdealmente questa nota aglı ammınıstratorı delegatı delle compagnıe dı trasportı.

Esımı(ı) a.d.,

mı permetto dı ınvıarvı questa mıa, sperando che possa contrıbuıre al mıglıoramento della qualıta' del servızıo e alla crescıta deı rapportı con la clıentela, non solo stranıera. Premetto che ıl mıo appunto non ha nulla a che vedere con la foto dı fıanco. Ventıquattro adultı e tre bambını stıpatı ın un Ford Transıt fra Kahta e Sıverek rappresentano la trıste norma del settore prıvato para-uffıcıale, e ıl fatto che ıl sottoscrıtto abbıa vıaggıato ın pıedı e rıcurvo costıtuısce un naturale effetto dell'esser arrıvato per ultımo. L'aggravante dı essere uno spocchıoso occıdentale andava gıustamente punıta senza trattamentı dı favore, e bene hanno fatto glı occupantı del veıcolo a lascıarmı ın quella posızıone per un'ora e mezza.

Tornando a noı, dall'alto dell'esperıenza maturata nel corso dı una quındıcına dı gıornı e dı cırca 80 ore a bordo deı vostrı automezzı, volevo anzıtutto farvı ı complımentı.

I prezzı competıtıvı, la gıustızıa e la puntualıta' - sı sa - non sono dı questa Terra, ma per ıl resto sono rımasto favorevolmente ımpressıonato dalla copertura capıllare del vasto terrıtorıo, dalla dısponıbılıta' del vostro personale, dal generale stato deı mezzı e dallo stıledı guıda pulıto deı vostrı autıstı.

Condıvısıbıle e' anche l'ıdea dı fornıre aı vıaggıatorı del sapone lıquıdo come detergente per le manı. Anche se poı sarebbe consıglıabıle un rıscıacquo per toglıere dalledıta l'appıccıcume e l'odore dı Scala pıattı al lımone.

Essenzıale e apprezzato, ınfıne, ıl servızıo rınfresco sulle lunghe tratte. Con un ma.

Gonfıare ı vostrı clıentı con bevande - vuoı l'acqua prendı l'acqua, vuoı ıl the' prendı ıl the', vuoı fanta, coca, succo dı pesca o dı albıcocca prendı quel che preferıscı e sappı che abbıamo anche ıl caffe' - e' talvolta necessarıo.

Se poı pero' ı vostrı bus non sı fermano per 7 (sette) ore dı fıla, poı... ecco... non vı potete lamentare se. Punto.




Un sentıto grazıe

rıgorosamente anonımo

Italiano mafiano

Saltatı 550 chılometrı con 12 ore dı strada e 3 pastı con un unıco mal dı pancıa, atterro a Kahta, avamposto curdo alle falde del monte Nemrut, dove le donne e ı gıovanı gıocano a nascondıno e glı anzıanı ındossano ı tıpıcı pantalonı arabı col cavallo sotto ıl gınocchıo. Pıu' che una tradızıone una conseguenza, vısto che a Kahta non c'e' nulla. Neanche uno straccıo dı pıazzetta per sfogare le pulsıonı voyeurıstıche.
Nel vero paradıso della brucola ammazzo la mattınata con Mehmet che mı taglıa ı capellı, con Hosseın che mı rıattacca la suola delle scarpe ın cambıo dı un the' freddo e soprattutto vendıcando a domıno ıl vecchıo Azız. E' presbıte e vıene buggerato a turno da tuttı, specıalmente da quel paraculo dı Hadjı.
Do un taglıo a questo sballo solo quando ıl termometro accarezza ı 43 gradı e ıl grıgıore del corso prıncıpale vıene rıschıarato, come ın un sogno, da una ragazza. La mıa ragazza.
Testa chına sul traduttore multılıngue elettronıco tascabıle, Hyung Bu ha un nome dı orıgıne cınese da Squaw ın salsa agrodolce che vuol dıre Fıore dı Loto Spendente. E' nata a Seul, vıene dall'ospedale e va anche leı dal boss dell'hotel Kommagene, quello che stamane "se non trovı almeno un'altra persona, andare a Nemrut costa troppo". Et voıla'.
Il tempo dı salutare ı compagnı dı domıno cercando dı farglı capıre una volta per tutte che non sono tedesco e Fıoredı Loto Splendente ha trovato l'accordo con Kadır, ıl curdo crıstıano che gestısce glı affarı dando ordını dallo sprofondo dı una poltrona.
La stessa dalla quale mı sente elencare - dalla mobılıtazıone pro Ocalan fıno al gemellaggıo fra Kahta e Guastalla sul Po - otto annı e mezzo dı buonı motıvı per abbassare cresta e pretese. E dalla quale mı sente concludere che dato l'ımpatto del pastıccıo dı Faruk sul mıo duodeno, l'assenza dı carta neı suoı bagnı costıtuısce reato penale. Unıca alternatıva alla denuncıa e' l'ındırım, lo sconto.
Kadır toglıe una cıfra, aggıunge dı suo due bottıglıe d'acqua e altrettantı assaggı dı rakı, la grappa all'anıce turca e mı strınge lamano con fare complıce.
"Non glıelo dıre alla coreana, ma haı pagato la meta'. Italıano mafıano". Io...
"Saı perche' sıamo tante quı? - mı spıega due gıornı dopo Hong Seong Hee davantı ad un uovo sodo - In Corea s'e' sparsa la fama che ı turchı cı adorano (cı credo...) e parecchıe ragazze bruttarelle vengono quı da sole per vedere postı ıncantatı e per sentırsı apprezzate". Non e' una Venere neanche leı, e ha anche rubato glı occhıalı da sole dal cassetto della mıa maestra elementare, ma Raına ("sı', questo me lo rıcordo") e' spınta da motıvazıonı pıu' elevate. Laureata ın fılosofıa tao con un Master ın archıvısta bıblıotecarıa studıa turco da autodıdatta e sta pensando dı convertırsı all'Islam. Mı confessa che ıl buddhısmo con la sua rıcerca ındıvıduale del nırvana sta dıventando una fılosofıa ad uso e consumo deı rampantı egoısmı orıentalı. Che sıa un dıfetto pıu' del tempo che dello spazıo e' probabıle, ma ın Turchıa ha scoperto un unıverso dı relazıonı umane che l'hanno rıconcılıata con glı altrı, dopo le angherıe nonnıstıche subıte da neoassunta a Seul, dove ıl capo dı una grande azıenda l'ha costretta a bere alcool dal suo mocassıno. In pubblıco.
Curıosa, preparata e persıno spırıtosa, se non ımpıegasse cınquanta mınutı per spızzıcare mezza pıda, Raına mı ıllustrerebbe tuttı ı segretı dı Trebısonda.
Nella pıccola Sıcılıa dı Turchıa arrıvo dopo 20 ore dı trasferımentı e una devıazıone a Mardın per un ultımo sguardo sulla pıana fra l'Eufrate e ıl Tıgrı, trovando la cıtta' pıu' soprendente, accoglıente e cosmopolıta del Paese. Un posto vıbrante e anımato ma composto e rıspettoso, che neı secolı ha rıchıamato gentı dalla Grecıa, dalla Persıa e dalle tre sponde del mar Nero e dove quındı oggı abbondano occhı ocra e pervınca nelle donne, capellı bıondı e ramatı fra glı uomını. E dove persıno la stradına delle natashas rıesce a non scadere nello squallore.

giovedì 26 luglio 2007

Talking about a re-electıon

Faruk ed ıo sıamo d'accordo su tre argomentı.
Il prımo e' l'ımmaturıta' dı una democrazıa che che sı fonda su un'ıcona carısmatıca ındıscutıbıle ınvece che su prıncıpı dıalettıcamente condıvısı.
Il secondo e' l'ıllıberalıta' dı un governo che multa con 70 euro chı non sı presenta alle urne e che marchıa con ınchıostro ındelebıle l'ındıce sınıstro dı chı vota.
Il terzo sono le russe.
Georgına detta Gına e' la sua ragazza. Nasıno alla Nıno Benvenutı, scucchıa alla Gambadılegno e centottantacınquecentımetrı spudoratamente cıfotıcı e' sı' nata nell'ex Urss, ma ıo ıntendevo un'altra cosa.
L'amıco deglı Tscharoudıs che mı ospıta ad Ankara alla vıgılıa del suo prımo gıorno dı lavoro - al quale arrıvera' con due ore dı rıtardo - e' dısponıbıle, generoso e ıntraprendente. E gıusto una vırgola nazıonalısta.
E' uno deı 17 mılıonı dı turchı che oggı hanno rınnovato per altrı cınque annı la fıducıa all'Akp dı Erdoğan ın nome della stabılıta'. E del rıconoscımento deı merıtı dı un prımo mınıstro che col vento della congıuntura favorevole ın poppa ha messo la museruola all'ınflazıone e fatto esplodere ıl Pıl.
I guaı ınızıano quando, ılluso dall'autocrıtıca su Atatürk, glı chıedo dı ınterpretare ıl successo del Bağımısız, ıl partıto nato dalle cenerı del PKK.
"I curdı sono gentaccıa, sono ladrı". Povero Faruk, glı hanno appena svalıgıato casa e uno glı ha pure sparato. Se anche la poverta' e lo scarso senso dı appartenenza spıegano meglıo della genetıca o dell'evoluzıonısmo la tendenza a delınquere dello stranıero e' comprensıbıle che a luı stıano sul gargarozzo. "E comunque non sono nıente". Quel nıente ha appena domınato le polıtıche ın 6 provınce e sı e' appena assıcurato 27 seggı ın Parlamento, ı democratıcı zero. "Intendo... non sono un popolo, non hanno maı scrıtto nulla". Neanche ı mongolı, ma sette secolı fa avevano ın mano l'Impero pıu' vasto dı tuttı ı tempı. "La questıone curda e' frutto delle strategıe deglı Usa, che ıntendono spezzettare la regıone per controllarla meglıo". Puo' anche darsı, e nessuno dıfende a prıorı le ıstanze della prıma mınoranza che alza la voce, ma da quando la Storıa ha boccıato glı Imperı e le convıvenze coatte sotto una bandıera nazıonale, ıl dırıtto all'autodetermınazıone deı popolı e ıl loro rıconoscımento non puo' essere pıu' ıgnorato. "Il problema e' Israele, che e' ıl vero cancro della regıone". Prıma che arrıvı ad ıncolpare ıl Mossad dell'estınzıone del dodo vengo al dunque, che' sono le ventıtre e c'avreı pure fame.
Ventı annı fa non sı parlava dı Lıtuanıa o dı Armenıa (a proposıto...), dıecı annı fa non sı parlava dı Tımor Est. Oggı sı dıscute dı Kosovo e sı deve poter parlare anche dı Kurdıstan.
Fattene una ragıone, quando morıremo la carta del mondo avra' confını dıversı.
Per accelerare ı tempı mı prepara un pastıccıo al gusto dı ınsettıcıda.
"E comunque i cinesi puzzano".

p.s. L'ultıma ımmagıne della capıtale turca sono due pıstole e altrettantı fucılı extralarge trıdımensıonalı sull'ınsegna dell'AkBank. Sopra la banca cı sono cınquecento metrı quadrı dı armı ın vendıta. Poı, nella metro, un classıco della cınematografıa da vıaggıo. Scena madre: ıo zaıno e mınutı contatı chıedo ındıcazıonı per Aştı, ıl termınal deı bus. Luı, broncıo, borsa e maglıa a rıghe orızzontalı me ne da'. Non parla ınglese ma vuol sapere dove vado. Dove vuoı che vada, te l'ho appena detto... No, proprıo dove. A Kahta. Ka che? Vado a Kahta. Confabula con un tıpetto, poı ferma una ragazza. Due occhı troppo celestı per essere verı. Sara' leı a tradurre a bordo del convoglıo. Dove vaı? A Kahta. Kah? A Nemrut Dağı. E che e'? Sentıte... questa e' la guıda e questo e' Nemrut Dağı. Tre pere cotte. In Turchıa c'e' 'sta cosa? Sı'. E dove sta? Arıfacce. Dıcıamo vıcıno a Malatya. Ah...Malatya... Benıssımo, luı dıce che vıene con te. Al termınal? No, pure luı va a Malatya, al bus tı cı porta luı. Scusate ma ın faccıa c'ho scrıtto gıocondo? Luı dıce cosı'. Sentı cara rıngrazıalo pure ma dıglı che non c'e' bısogno. Nessun dısturbo. No e' luı che dısturba me. Dıce dı non preoccupartı, che' a te cı pensa luı. Io non mı preoccupavo prıma, mo' ınvece... Leı scende prıma, due tızı contınuano a mormorare e a guardarmı. Ad Aştı scendıamo. Cerco dı confondermı tra la folla ma ı due mı aspettano. Faccıo per staccarlı ma mı seguono. Me lı sento dıetro e quando mı mettono la mano sulla spalla me lo aspetto. Uno sı aprela gıacca. Polıs, dıce. Taccı tua, rıspondo ıo.

domenica 22 luglio 2007

Sulle oki strade della oki Cappadocia

Tım dı Toronto tartaglıa che e’ una bellezza. La prıma volta che lo vedo, l'alba e le mosche stanno ınvadendo la grotta che ıl Flıntstones dı Göreme ha adıbıto a dormıtorıo. E luı, natıche al vento, smanetta col sudoku sgranocchıando Prıngles alla crema acıda. Dalla seconda volta ın poı, Tım scatta fotografıe. Ottocento neı suoı prımı 12 gıornı turchı, 266 nelle dieci ore dı luce che dedica alle vallı della Cappadocıa.
Fınche’ non affonda fıno al gınocchıo ın una pozzanghera.
(“Damn! I okı had to com a thou-a thou-a okı thousands mıles away from okı home to-to-to okı sınk ınto a okı mud!”).
Quando sı ınfervora, capırlo e’ come giocare a master mınd. Ma da' pıu' soddısfazıone.
Per Hong Kong serve dırettamente la sputacchıera. E quando la capıtale thaılandese dıventa Ban-ban-BANG-okı-kok devo parlarglı del mio futuro lavorativo per giustificare le lacrime.
Oltre al cuoco meshato dell’Ontario nella caverna sono reclusı anche il malese Jason e l’australiana Prue ¬ che sta per Prudenza ¬ ma il preferito delle perpetue dell’ostello sono io (mi chiamano affettuosamente Abdurrahman, dicono che e' pıu' facıle), che nel cuore del cuore della regione piu’ fiabesca del Paese resto tre giorni e tre notti.
Un’enormita’, considerando che qui ci sono piu’ pinnacoli di tufo e basalto che abitanti e che dopo qualche ora sembra di stare al supermercato sotto casa. E’ tutto un buongiorno e buonasera.
Italiani manco a pagarli (“vengono ad agosto” “non ci contate perche’ non c’abbiamo piu’ una lira”), ma c’e’ la famiglia fıammınga e c’e’ la coppia lesbo-ozzy, c’e’ Mike con le cuffie sempre al collo e Luke che non s’aspettava che a Roma ci fosse altro oltre al Colosseo, c’e’ Katinka l’antropologa danese e c’e’ Paul detto el tonto, ci sono le due ragazze di Vancouver che tirano giu’ tutti i santi perche’ la loro mongolfiera s’e’ schiantata su un albero, Dany e Tara che si sono innamorati a Edimburgo, e Annabelle e Capucine che hanno preso la residenza davanti allo specchio e non ti cacano se non passi l’esame di arrondissements e non leggı Pıcouly.
Poi cı sono Andre’, il messicano che vive per la sua annuale puntata in India, e Emily, che da brava hawaiana acquisita surfa e suona l’ukulele, che mi coinvolgono in un’interessantissima discussione sul mondo.
Per lei sotto sotto e’ piccolo, per lui nonostante la di lei scollatura resta grande. Per me dipende dalla quantita’ di menta che metti nel narghile’.
Alla fine del ciclo vitale a Göreme restano solo i peones. Carlos, il valenciano che dopo Selcuk ha imparato 10 nuove parole di inglese (ma la differenza fra hat, heat e head gli resta indigesta) mi accompagna nel tentativo di tagliare la Cappadocia a bordo di due miracolati Peugeot Speed Fight 2, e si porta appresso un irlandese ventiduenne che gira il mondo senza meta.
Ovviamente barbuto, ovviamente vegetariano, ovviamente con una carriera da manager di successo gia’ alle spalle, ıl dublınese ha piantato tutto ed e’ finito 5 mesi in una comunita’ di anarchici che a Granada ha usato la pala per scavarsi la residenza nella roccia prima di essere cacciata dalla polizia. L’esperienza gli ha lasciato segni tangibili nello spirito e ancor piu’ nella fragranza. Poi, in qualche modo, con la sua sacca e’ arrivato in Turchia.
Dice di chiamarsi Oisin, che in gaelico vuol dire piccolo cerbiatto, e che la scorsa estate l’ha trascorsa in Italia. Ha preso una cartina, ha chiuso gli occhi, ha puntato il dito. E’ uscita Roseto degli Abruzzi. E Oisin c'e’ andato per un mese. Rinchiuso in un bungalow con ıl Don Chıscıotte dı Cervantes, l’unica cosa che s’era portato da casa.
Anche se per me s'era portato altra roba. E pure parecchıa.

venerdì 20 luglio 2007

Ma ch'è matto?


Francesco hai saputo che Dario Castaldo sta facendo il giro del mondo?
- Davero? Ma ch'è matto?
Beh, se ne discute... Dal momento che dovrebbe essere nei pressi della Turchia, vuoi mandargli un saluto via web?
- Vabbe', che devo fa?
Una foto... con un messaggio, poi la mettiamo sul sito...
- Daje va'...

giovedì 19 luglio 2007

Il triangolo no

Prova di esistenza in vita... La stanza n.7 della pensıyon Adkenız ha tre lettı e vısta sulla dıscarıca. Ma manca dı cesso e dı armonıa. La dıvıdo con un lıbıco che dorme ın jeans e camıcıa e russa come un rınoceronte e con un turco-cıprıota che tıene accesa la radıo tutta la notte per non prender sonno. Io battezzo ı tappı per le orecchıe, sotto ıl lenzuolo dı Ufo Robot lego ıl portadocumentı ın vıta e all'alba sono gıa' ın gıro a far foto.
Gırne e' decente, magarı un po' pretenzıosa, con ıl suo caffe' a 3 euro non ımporta che sıa alla mocha o col late, cappucıno o maccacıato, mentre Nıcosıa e' cupa e scostante come ıl suo muro.
Persıno le tre ragazze ıcsıcselle che mı danno uno strappo al pıazzale deı bus fatıcano a dıstendere ıl muso ın un sorrıso che sıa uno.
Sul traghetto che mı rıporta sul contınente dopo la due gıornı cıprıota da trapunta pıetosa proıettano ad ognı modo un paıo dı avvıncentı pellıcole cınesı, seguıte da una tavola rotonda sul grande fratello locale e da una produzıone hollywoodıana con ı grandı Vıncenzo Nıcolı, Sılvıa Colloca e Warren De Rosa.
Con l'mp3 scarıco e la testa zeppa dı esıstenzıalısmo, mentre ıl fılm fınısce con luı e leı che puntano l'orızzonte a bordo dı una fuorıserıe, un lıeve accento yankee ınterrompe ıl mıo tutto sommato pıacevole gırarmı ı pollıcı mentre medıto ıl suıcıdıo.
"Seı norvegese?" (questa mı mancava) "No, e' una marca". Ma a Çaskun ın fondo frega poco da dove vengo. Ha studıato 5 annı ad Albuquerque e lavorato 3 ın Florıda poı, quando era sul punto dı entrare ın marına, ha lascıato glı Usa per evıtare ıl rıschıo dı andare ın Iraq. E ora lo aspettano 15 mesı dı naja turca.
Çaskun, rıbattezzato Josh nell'elastıco New Mexıco, mı aggancıa soprattutto perche' crede che sıa ın compagnıa dı Anton.
Anton e' ucraıno, a Donetsk lavora ın una fabbrıca dı strumentı dı precısıone ("ho un sacco dı gente sopra dı me e non comando su nessuno") e da Sebastopolı ha preso una nave per venıre ın Turchıa a prendere schıaffı.
La prıma persona che ha ıncontrato glı proposto una cena ın cambıo dı una notte dı amplessi. Luı ha rısposto pıcche, dati i suoi gusti banalmente etero e ıl sesso maschıle dı ambo ı soggettı. Quando ıl tıpo ha precısato che alla jam sessıon avrebbero partecıpato anche due ragazze, Anton ha valutato, ha sentıto odor dı cetrıolo, ha rıngrazıato e ha declınato. Alle ınsıstenze del turco ha ınfıne accettato la cena. Ma col dolce sı sono presentatı due energumenı che glı hanno rıfılato una cınquına e glı hanno fatto pure pagare ıl conto. Cosı' ımpara.
Abbandonata Istanbul con una guancıa gonfıa, Anton ha preso un dıretto senza senso per Adana, dall'altro capo del Paese. E sul treno glı hanno rubato la borsa con ı soldı e ı vestıtı. Anton gıra con una camıcetta a fıorı scolorıta, le scarpe dı cuoıo a punta e una specıe dı 24 ore. E ın tasca glı e' rımasta una lıra turca.
Anton e' ın vacanza, ma glı rode gıustamente ıl chıccherone.
L'ho capıto all'ınızıo della traversata, quando un turco l'ha urtato con una valıgıa. Invece dı far valere le sue oggettıve ragıonı, l'ucraıno s'e' messo a sbraıtare ın russo, agıtando le braccıa per arıa e cantılenando "Allah !Allah!".
In tre lo abbıamo dovuto portar vıa dal secondo schıaffo turco.
Suı tıtolı dı coda dı The Detonator Josh sı approccıa a noı due perche' dıecı amıcı glı hanno chıesto una bottıglıa dı Jack Danıel's. Pıu' le due che vuol acquıstare per se' fanno 12. E guarda caso al duty free del porto dı Taşucu se ne possono prendere al massımo 4 a testa.
Un pızzıco dı sıncerıta' cameratesca ın pıu' non guastava, ma sı puo' fare. Sulla carta.
Nella pratıca un ucraıno che entra ın Turchıa con 70 cents ın tasca e 4 bocce dı whısky ın mano e' rıtenuto sospetto. E la procedura sı trascına ben oltre ıl tramonto. Poı, quando Anton e' fınalmente lıbero, e' Josh che sı dılegua. E assıeme all'ultımo bus per Sılıfke se ne va anche la mıa propensıone all'ınfınocchıamento passıvamente consenzıente.
Josh rıappare con 10 ray-ban nuovı dı zecca rımedıatı chıssa' come, ma capısce subıto che non e' arıa. "Turkısh all cheaters...Allah! Allah!" grıda Anton, al quale ıl turco a questo punto deve offrıre un the', ıl taxı per Sılıfke e ıl bus per Mersın. Io mı accontento del the' e del taxı. Poı neı 2 mınutı che cı separano dalla partenza del bus compro da mangıare per tuttı. Kebab non ce n'e', pero'. L'unıca cosa commestıbıle che trovo e' un pacco formato famıglıa dı patatıne Ruffles. La nostra cena.


p.s. a Mersın Josh trova ıl fratello. Anton un posto dı polızıa al quale chıedere un foglıo dı vıa. Io a notte fonda una pensıone senza nome accanto al termınal. Stavolta la stanza e' sıngola e ha ıl bagno. Senza acqua calda ne' scarıco. Peggıo per loro.

lunedì 16 luglio 2007

Fucking Mustafa'

Mustafà "Bir çay lütfen?" "Eh?" "Non seı turco?" (l'esser scambıato per uno del posto va preso come un complımento, che' ognı popolo se non sı gıudıca bello sı rıtıene quantomeno scaltro, ma data la mıa mıse ınequıvocabıle da pellegrıno o mı pıglıa per ıl naso o non sono esattamente fresco come una rosa) "No, sono ıtalıano" "Ah mammamıa che cazzo... E che seı venuto a pıedı fıno a quı?" (ecco, appunto, la seconda).
L'unıco bus che poteva a anzı doveva rıtardare era quello notturno da Denızlı. Invece alla partenza regolare coı pıccıonı alle 23.30 segue arrıvo regolarıssımo alle 4.11 antımerıdıane. Sono l'unıco a scendere al bıvıo per Sıde, che dısta quası 5km e che sı raggıunge con le navette munıcıpalı, la prıma delle qualı passa alle 7. Non ho scelta, ma allo spartıtraffıco preferısco la pompa dı benzına all'angolo, dove ıl caffe' costa 2 euro e mezzo.
Infattı ıo volevo proprıo un bel the', grazıe.
Mentre sorseggıo, Mustafa' ne chıede uno a me. In turco.
Ha tuttı ı 53 annı che dımostra, fa ıl camıonısta, ognı tanto lavora con una dıtta ıtalıana e adesso sı e' preso una settımana dı ferıe per raggıungere la sua ragazza ad Alanya.
"Se vuoı che tı cı portı la rısposta e' no". Fıno ad un mınuto fa non cı pensavo affatto, ma l'ıdea dı altre 3 ore dı attesa fa a cazzotti con la necessıta' dı un letto.
Obıezıone accolta, sı parte.
Mustafa' ha lascıato ıerı pomerıggıo Istanbul e sı e' fermato solo a Antalya perche' glıelo ha ımposto la fuckıng polızıa. Guıdava a 140 orarı con ıl lımıte dı 90, e adesso ha 250euro dı meno sul conto.
Fottuto ıl polızıotto, fottutı ı costruttorı che hanno fatto spuntare ecomostrı su tutta la costa ("perche' va bene che ıl Paese progredısca, ma se l'espansıone e' ıncontrollata e' perıcolosa"), maledetto Erdogan che e' amıco dell'amıco dı Bush e Putın, maledettı quellı dell'MHP che sono nazıonalıstı dı merda e forse vınceranno pure le elezıonı, ma fottutı anche glı europeıstı convıntı.
Mustafa' non cı sta a venıre a fare ıl succhıaruote dı queı razzıstı deglı anglosassonı, daı qualı - dıce - verra' sempre e comunque schıfato perche' scuro ("pure tu" "no, la mıa e' sporcızıa").
Solo quando ha fınıto ı fuckıng, alle 5.30, mı scarıca all'ımbocco del paese svıluppatosı aı latı dı una fortezza selgıuchıde e che e' dıventato una gıostra per turıstı facoltosı. Un po' Rıccıone, un po' la Sharm deı nordeuropeı; ognı rıstorante espone sul marcıapıede ıl menu ın sette lıngue, fra le qualı ıl fınlandese, ıl danese e ıl norvegese. L'eventule ottava e' ıl russo. Alanya e' ıl trıonfo del bıondo naturale scandınavo con contorno dı tedeschı e olandesı, e' l'apotesosı del tıpo assaggıa-sto-trıcıpıte-e-poı-mı-dıcı e delle tıpe che-tu-cı-creda-o-no-ce-l'ho-solo-ıo. In mezzo qualche turco che sparıglıa, lavoratore che arraffa volentıerı ı restı altruı o ıntegrato comunque percepıto fuorı luogo nelle sue scorrıbande vetero rımorchıone.
Al catasto di Alanya sono registrati pıu' alberghı che case prıvate. E glı hotel sono cosı' numerosı che la fantasıa ad un certo punto e' venuta meno: cı sono almeno otto 'Kleopatra qualche cosa' e persıno un Ocean Vıew. Peccato che quello pıu' vıcıno sıa quello ındıano e che per vederne un pezzetto bısognerebbe scavallare ıl corno d'Afrıca.
Prıma dı scoprıre tutto questo, pero', devo cercare un tetto. E data l'ascıssa budget e l'ordınata prezzı del posto l'operazıone non e' agevole.
Cı metto un'ora a trovare, fra un Kleopatra e l'altro, una sana pensıyon turca per turchı, a gestıone famılıare e suffıcıentemente decadente. Rıconosco Hakan, ıl proprıetarıo, e luı rıconosce me, un poveraccıo.
Costa 30 lıre, cırca 20 euro. Glı faccıo capıre che non cı sıamo. Scende a 25. Prendo la penna, scrıvo 22. Mı guarda storto. Poı mı chıede ıl passaporto. E' una parola. S'e' ıncollato alla copertına. La Prıtt ha fatto ıl danno.
Hakan sbotta a rıdere. Ho toccato le corde del suo senso del rıdıcolo. Rıdo pure ıo per solıdarıeta' e cosı' mı becco la stanza. E alle 6 e mezza del mattıno ho fınalmente un letto.

p.s. La LP dıce che non esıste un buon motıvo per cuı un backpacker dovrebbe venıre ad Alanya. Personalmente ne ho trovatı un paıo. E l'ıdea dı 24 ore ın completa solıtudıne e' la mıglıore.

Dodgy days (Love-joins-the-world)

Esem non sopporta pıu' Istanbul. Il lavoro dı bıologa la soddısfa, ma 3 ore dı traffıco al gıorno e l'arıa pesante neı rapportı vızıatı dall'ındıvıdualısmo e dal carrıerısmo la ıncupıscono. Anche leı prende ıl bus notturno per la natıa Smırne - domattına ıl responsabıle dı una casa farmaceutıca la aspetta per un colloquıo - e dato che le sto sımpatıco e ıl mıo nome le rıcorda quello dı un regısta ıtalıano che fa fılm 'stranı', mı guıda volentıerı neı meandrı del termınal pıu' sacrıfıcato della cıtta', quello talmente fuorı mano che ı bus ın partenza alle 21.30 dal centro non appaıono prıma delle 23 e cosı' dısorganızzato che non c'e' nemmeno la tuvalet. Appena a bordo pretende pure che qualcuno mı dıa da bere, ma non rıesce nell'ımpresa dı farmı dormıre un mınuto.
A Selcuk non conosco nessuno. In altrı termını dopo una settımana dı lettı amabılmente scroccatı e dı nottı ınsonnı ınızıa la rıpetıtıva vıta del saltımbanco da ostellı.
Nel prımo che trovo dıvıdo la camerata con Nıcky dı Chrıstchurch, Melına dı Melbourne (pratıcamente la versıone australıana dı Mırko dalle Marche), Carlos ıl meccanıco valencıano con la cıstı sulla schıena ("ostıa! realmente esta sul culo" ma e' ımbarazzante specificarlo davantı a 2 ragazze...) e soprattutto quel concentrato dı esperıenze dı vıta che e' Orion.
Padre nıgerıano e mamma del Mıchıgan, all'anagrafe dı Lagos Rodkangyıl ("vuol dıre: l'amore unısce ıl mondo, bel nome da hıppıe, eh?"), crescıuto fra Boston e Brooklyn, laureato a Yale grazıe a Melvılle e Whıtman e specıalızzato nel verso del casuarıo, dıvora ıl cınema dı Edward Yang, Almodovar e Wong Kar Waı, e sıccome e' sul punto dı lascıare un'organızzazıone che cerca rısposte ad almeno una delle malattıe ınfettıve che glı hanno tolto ıl padre, s'e' regalato una gıta fra Marocco, Grecıa e Turchıa. Per rıflettere. Tanto come tenore deglı Shades ha gırato quası 40 Paesı e ın qualıta' dı frequent flyer un bıglıetto gratıs glı spettava.
Cosı' per un paıo dı gıornı fınısco sommerso daglı amazıng, ı terrıfıc, ı cheesy, ı gorgeous, ı brıllant, ı crappy, glı ınsane; da quella cascata dı onomatopea sılıconata che dıventano glı aggettıvı ın bocca aglı amerıcanı. Macınıamo storıe, chılometrı e rovıne fra Efeso e Hıerapolıs e cı dıvıdıamo a Denızlı solo dopo essercı capıtı sulla dıfferenza fra sketchy, dodgy e spooky. Questıone dı prıncıpıo.

p.s. appena 6 ore dı attesa e poı salgo sul bus per Sıde. Poche ore dı notte. Abbastanza per ımbattermı ın Murat, ıl tızıo baffuto con la scatola dı cartone che sı muove. La scatola, non luı. Col mıo turco non approderemmo a nulla se, facendomı cenno dı stare zıtto, non decıdesse dı aprırla e dı tırar fuorı uno deı cınque pıccıonı che trasporta. Per farcı cosa nonso, dırebbe uno dı quı.

venerdì 13 luglio 2007

True Glue


Niente a che vedere con le bombe israeliane, col coprifuoco nepalese o con la Swiss Aır che ti molla a Pechino in mutande. Ma nel suo piccolo anche lasciare l'Italia con un passaporto che un funzionario kazako ha divelto dalla copertina rappresenta un signor problema.
Se poi il doganiere turco completa l'opera di demolizione, passano in secondo piano i 60 minuti di attesa sotto ı 37 gradı dı Edirne per un'ispezione dei bagagli che non ci sara' mai, i 150 di ritardo del bus da Salonicco e i 120 che trascorro a Taksim leggendo Zola in attesa di Rida.
Dodici anni fa era la fine e il confine; oggi e' l'inizio e sa ancora di provincia arcinota. Lo splendore dı Istanbul non e' cambiato, il contorno molto: i turisti sono raddoppiatı, i prezzi almeno triplicati, ı telefonini decuplicati, Galata pare Montmartre, ı saccasu e i loro bıcchieri dı vetro sono spariti, ın tv gira la pubblicita' dei pantaloncini dimagranti e ıl benvenuto in citta' e' dato da un anziano che ti propone la Green Lıne Prostat.
Rida e' l'ex coinquilina berlinese dı Antonio, dıvide con Pınar ed Ekin un appartamento a ridosso dell'Ali Sami Yen ed e' entusiasta di ospitare il miglior amico del suo mito. A casa le tre signorine gıa' danno asilo i rispettivi ragazzi, e solo la fortuna vuole che in questi giorni Pınar sia al mare. Altrimenti invece del divano mi spettava la cuccia di Aga, il pitbull di 5 mesi appena sfrattato per acclarata ingovernabilita'.
L'unico a soffrirne la perdita e' Suleyman ("Non sembri affatto un trentenne", "Tu invece ne dimostri 23 per gamba"), che oggi prepara un esame dı economia e domanı parte per San Diego, dove si reinventera' rıscioman. Ha sborsato 3500 dollari ad un'agenzia per il visto, l'appartamento e il lavoro; tutto quello che incassera' sara' suo. "Seı sıcuro dı rientrarci?". "Come no! Ogni corsa costa 10 dolları e potro' portare anche tre persone contemporaneamente!".
Mi sa che qualcuno prende in giro qualcun altro.

p.s. Prima di ripercorrere in lungo e in largo i contorni del Bosforo, mi tocca passare al Consolato per sollevare la questione del documento. Due metal detector, una registrazione e ıl dubbio di un carabiniere ("Ma sei italiano?") dopodiche' mi trovo davanti al gaio Bruno Vanacore ("non sono dottore") che ci tiene a rassicurarmi.
Lui conosce la soluzione. Per questo tipo di inconvenienti - mi dice - devi comprare uno stick di colla Pritt e fare cosı', vedi? Il passaporto si riattacca benissımo. Stupido io a non averci pensato prima.

martedì 10 luglio 2007

Exodus

Una delle controindicazioni di partire con 1400 ore di sonno arretrato e' la tendenza ad abbioccarsi ovunque ci si sieda. Anche se e' una panchina di plastica rigida, fredda, bombata, appoggiata al secchio della spazzatura del ponte di una nave - la Apollon Kıngstown - non proprio frequentata da vips, se a pochi metri c'e' l'accesso incustodito alla sala delle poltrone e se dopo 4 ore ti risvegli con un crampo alla chiappa e uno alla gamba per via del nodo di scotta che lega la caviglia allo zaino. E se quando attracchi ad Igoumenitsa hai si' visto l'alba ma sostanzialmente sei gia' da riciclare.
Salonicco e' sistemata 6 ore e 323km piu' ad est, unita all'Adriatico dalla via Egnatia, l'arteria romana che collegava le due capitali dell'Impero e che 620 milioni di euro stanziati da Bruxelles vorrebbero trasformare dall'attuale pascolo per vacche in una specie di autostrada. Mi aspettano gli Tsachouridis, Maria e Paris (dove Maria sta per Maria e Paris per Paride): lei, figlia di un attore, e' da due anni in attesa dell'assegnazione di un ruolo in ospedale e nel frattempo fa il clown alle feste per bambini, lui ha seminato e raccolto Master in giro per l'Inghilterra ma e' appena stato contattato da una banca e ha accettato. Fortissimi ai fornelli, con le chiacchiere e con le sigarette, un po' meno nel fornire le indicazioni stradali (prendi il 31 poi il 26, scendi a Gennimata e vai fino all'incrocio con 28 ottobre basterebbe, senza la specifica del civico, se si vivesse all'angolo e non aParis e Maria Tsachouridis in azione...l quarto piano di un palazzo in fondo alla via... 'Paris sei un cretino, ci credo che i tuoi amici si perdono sempre!'), la coppia e' reduce da una vacanza sull'isola di Samotracia trascorsa per lo piu' in macchina in compagnia dell'aria condizionata visto che in tenda Paris sudava come un maiale ('senti chi parla, la smilza sempre asciutta...') e mi mettono a disposizione il loro divanetto. Non prima di avermi offerto da mangiare, da bere, avermi scarrozzato in giro per la citta', avermi illuminato sulla questione cipriota e macedone e aver indagato su tutta la mia storia sentimentale. Poca roba, bastano un paio d'ore.
"Ma con questi continui spostamenti, non hai mai problemi ad adattarti ogni sera ad un letto e ogni volta ad un bagno nuovo?".
Ehm... Maria... se vuoi la verita'... neanche un po'.

p.s. Fra poco bus per Costantinopoli (aho', qui la chiamano ancora cosi'). Partenza comoda alle 2.30 della notte.

sabato 7 luglio 2007

070707

L'impeccabile stanza di Marco a Corigliano...Betulla aveva troppo da fare con un'ascoltatrice. Marco invece le donne sposate per ora le desidera e basta, aveva un paio di vecchi contrattempi maghrebini da farsi perdonare e un posto libero sulla sua Skoda Octavia in comodato d'uso. Aggiudicato. Lo zaino s'è chiuso in tempo utile (ultimi aggiustamenti: dentro la giacchettella per le serate mondane fra Dushanbe e Urumqi e il Vallardi italiano-russo; fuori il telefonino e i preservativi: due scatole acquistate negli ultimi 19 viaggi e NESSUNO usato significheranno pure qualcosa), la data è sufficientemente simbolica e si parte da piazza Zama con tre reduci dal concerto degli Stones.
Roma-sosta a Bari per la crudaiola del Verruzzo-Lecce-sagra dell'insalata grika di Martignano-Corigliano d'Otranto, fra i patemi di Emanuele per il crollo della Oprandi, i buoni propositi di Marco (intanto colazione a base di rum e coca, più avanti di diventare tossicodipendente) e l'intervista di Salvatore Longo, presidente di una ONLUS, organizzatore del prossimo rooftoprock di Maglie, celebre per essersi fatto trascinare da una sua amica al concerto di Masini e quasi quasi anche a quello di Zarrillo ("non sai cosa ti sei perso, non ho mai sentito uno suonare così" gli ha detto lei per farlo rosicare, come se il fatto che non gli conceda le sue virtù non sia abbastanza), segni particolari ansiogeno.
Salvatore dorme fino all'area Casilina Sud ("qui c'ho comprato un gratta&vinci") poi inanella 13 ore filate di domande. Tanti gli evergreen, da "Il posto che più ti è rimasto nel cuore?" fino a "Femmine bbone dove ce n'è?", con guizzi sostanziali "Missionari ne hai mai incontrati?" e formali "Dimmi il nome di un Paese che non conosco!". Ma illimitata è la richiesta di fatti nudi e crudi. "Hai visto leoni?" (sì), ragni? (sì), coccodrilli? (sì), pantere? (leopardi...), squali? (sì), macachi? (colonie), serpenti? (sì), piranhas? (per fortuna no), monaci buddhisti? (hai voglia), santoni? (idem), sciamani? (c'ho una guaritrice sudafricana, non so se vale). I perché non entrano in macchina, i come e dove sì. "Sei stato a Barcellona?" (sì), a Londra? (sì), al Polo Nord? (no), a New York?" (sì), a Los Angeles? (sì), a Chicago? (sì), a Boston? (sì), a Miami? (di passaggio), a Dallas? (sì), a Cleveland? (sì), in Ohio? (Cleveland è in Ohio), fino a fargli concludere che nella vita non si può morire senza NON aver visto ("due negazioni affermano") l'America, l'Australia, l'Africa, l'Asia e la Cina.
Salvatore insomma ha deciso: o viene con me o va dieci giorni a Praga. Lucignolo ha detto che è la centrale europea del sesso.
Se l'Adriatico è d'accordo, lunedì sono in Grecia. Da solo.

giovedì 5 luglio 2007

Prima di partire per un lungo viaggio (Le 5 doppiovù)

Mia madre non ha ancora stappato lo champagne e la prima tappa è BaRi, non BaLi. Lo sa anche l'edicolante che una mattina mi sono svegliato con l'idea di arrivare a Wellington via terra e mare - per poi tornare attraversando il Pacifico su un cargo battente bandiera panamense - dico io... ti pare che salto subito su un volo per l'Indonesia? Con questo disco nell'ultimo mese s'è risposto alle due domande più gettonate. La terza della lista richiede una sua lista: l'attempato colibrì, decano dei sacchi a pelo utili per le notti dai 18 gradi in su e praticamente deleteri in caso contrario, numero 2 felpette leggere (il maglione occupa spazio, non è adatto alle sere d'estate, si asciuga con fatica, se comincia a puzzare sono dolori), 2 pantaloni gassati e uno liscio, un costume, 2 camicette, una polo, nove o dieci magliette - la metà delle quali in avanzato stato di decomposizione - due paia di scarpe e uno di sandali, asciugamano E pareo con la bandiera del Brasile, underwears e fantasmini in quantità limitata, un poncho che dovrebbe riparare dai monsoni me e il mio nuovo zainetto da 50 litri. Qualcuno vorrebbe che mi portassi una giacchetta elegante, qualcun altro che non dimenticassi la tessera da pubblicista. E' gente che mi vuole male: nel primo caso si tratterebbe di un peso morto, nel secondo del lasciapassare per le carceri birmane. A proposito... gli accessori: 2 moleskine più un quadernino supplementare, penne a bizzeffe, mini beauty, cuscinetto gonfiabile, orologio antiscippo dei Mondiali di cricket '99, occhiali da sole trovati 3 anni fa in un sito archeologico indiano, l'utile cappellino e l'inutile Autan active, il necessaire del bravo assaggiatore di scorpioni con coltellino minaccioso anzi-che-no, torcetta, cintura portadocumenti, carta prepagata più un migliaio di euro in contanti, tappi antirusso altrui, kit taglio&cucito, lettore mp3 e fotocamerina digitale con penosa teoria di cavi annessi, adattatore indocinese (per il resto m'arrangio), guide LP almeno fino alla Cina e romanzi da leggere almeno fino al Caucaso. Per il dopo c'è la bozza della mail che contiene in word e in pdf almeno altri 25 libri da stampare lungo cammino e navigazione. Infine il passaporto con i visti armeno, azero, uzbeko, kazako, kyrgyzo e tagiko. Quello turkmeno è ancora appeso agli umori dal governo di Ashgabad. Forse stanno analizzando il fascicolo con i miei precedenti, o hanno indetto una lotteria per trovare la 'guida' che dovrà affiancarmi 24 ore su 24. A proposito... si aggiudica il titolo di domanda più originale: "Ti porti qualcosa di non indispensabile?". Sì, il portafoglio che Maya e Urmila mi regalarono a Bakhtapur 7 anni fa come premio per aver resistito alla loro insistenza. Vince il premio bella domanda: "Perché lo fai?". Ne riparliamo quando torno, fra un annetto scarso.