mercoledì 21 novembre 2007

Sultans of Swing

(of blues, of oil, of serve&volley)

La parlata di F.P. e' un frullato inacidito di veneto, ligure ed emiliano. Assieme alle tracce di quell'eroina di cui nella sua giovinezza veneziana faceva un uso disperato, nelle vene gli sono rimaste spruzzate dei dialetti ciancicati negli ultimi mesi italiani. F.P. ha lasciato lo stivale nel 2002, subito dopo essersi ripreso da uno spaventoso incidente d'auto e aver compiuto quaranta anni. Da allora ha bazzicato in autostop l'Indocina in compagnia di un compatto zainetto verde militare e dei due strumenti che gli danno da vivere. Un'armonica e un mazzo di tarocchi. Finche' il 31 luglio scorso la ruota e' girata. In fondo a Khao San road un gruppo di giovanotti thailandesi gli ha offerto uno spinello e F.P., che da ragazzo non disdegnava ("ero spesso fuori, in tutti i sensi"), ha accettato per goliardia e cameratismo ma non ha neanche aspirato. Si e' ritrovato fra le mani un mozzicone con 5 milligrammi di hashish aggrappati al filtro e subito dopo le manette ai polsi. Arrestato da una pattuglia di Bangkok, che gli ha sequestrato tutti i mille euro che aveva in tasca e lo ha sbattuto in carcere, lasciandocelo per un mese intero con l'accusa di detenzione di sostanze stupefacenti e con le catene ai piedi. L'avvocato d'ufficio si e' volatilizzato dopo il primo colloquio, l'ambasciata italiana lo ha abbondonato ("in galera venivano pure i funzionari di quella nigeriana e ugandese; quella americana sostenta i propri concittadini con 10 dollari al giorno. A me hanno detto che la nostra era in una fase di transizione") e senza neanche gli spiccioli per acquistare caffe' o biscotti allo spaccio della prigione, dopo due settimane di brodi vegetali F.P. ha cominciato a svenire ad intervalli regolari. La sorte gli ha strizzato l'occhio quando un giudice magnanimo ha riconosciuto la marginalita' del suo caso e lo ha liberato allo scadere del primo mese di cella, altrimenti la legge thailandese avrebbe previsto il trasferimento in un penitenziario temporaneo, dal quale sarebbe uscito solo pagando. Ma F.P. non aveva piu' un soldo in tasca. E forse neanche un amico. Spedito di nuovo per le strade di Bangkok, ha ripreso ad unirsi a gruppi blues, a suonare l'armonica nei pub e a leggere le carte ai viaggiatori, ma i dollari raggranellati da settembre in poi sono affondati una notte di novembre su una spiaggia malese. Il portafoglio gli e' scivolato dalla tasca ed e' sparito nella sabbia davanti all'oceano indiano. F.P. mi racconta la sua storia dopo aver chiesto 5 dollari a Simon - un timido assistente sociale tirolese - per leggergli il presente attraverso gli arcani minori e maggiori. Poi aggiunge che cerchera' di salire su un volo per Bangalore, poi forse andra' a far soldi suonando l'armonica negli Usa e infine svernera' in un atollo polinesiano. Forse scrivendo un libro. Ma che non ha intenzione di tornare in un Paese culturalmente schiavo della Sinistra. F.P. mi spiega anche che la droga fa meno male dell'alcool e che sono i pedinamenti di quelle "vere merde" dei carabinieri a spingere gli eroinomani al suicidio. Io non gli nascondo che le nostre vite non saranno mai diverse quanto le nostre certezze.

Anche Joseph ha fatto la valigia dopo aver spento quaranta candeline. Cosi' come quattro generazioni fa un suo antenato era partito da Madras e si era stabilito in Malaysia per lavorare nelle piantagioni di barbabietole da zucchero, lui non si e' accontentato della sua vita di camionista. Ha dato un bacio di arrivederci alla moglie ed e' volato a Southampton, si e' messo a sudare sulle carte universitarie ed e' tornato a Kuala Lumpur con una Laurea e un Master. Oggi fa il professore universitario, insegna lingua inglese e il suo viso tamil scuro e raggrinzito si distende volentieri in risate tenere e coinvolgenti. Joseph concorda che un ristorante indiano non sia degno di tal nome se non ha il naan, e quando mi sente protestare bonariamente con un cameriere mi invita a sedere e mi offre una cena spartana servita su una foglia di banano. Poi mi lascia cosi' come mi aveva trovato, mentre mi lagno con lo stesso cameriere, che' se in tutta la locanda non c'e' un coltello io il pollo affogato nella salsa di cumino e coriandolo lo spolpo pure con le mani. Ma se poi non mi rimedi neanche un fazzoletto e dal rubinetto non esce l'acqua, mi costringi a pulirmele sui pantaloni. Pero' dubito che siano meno impiastricciati delle dita.

Qualsiasi cosa i tarocchi abbiano detto a Simon, lui alla fine da' retta a me e al signor Bavaria. Dopo la terza mezza pinta prende in considerazione l'ipotesi di non tornare in Austria e di raggiungere Jules in Australia. Dopo la sesta invia una mail a casa e una alla sua bella inglese. Ad ogni modo anche lui il giorno dopo impacchetta e se ne va. A Simon succede Akiko. Ad Akiko Frederic. A Frederic Stephan. Poi Rosie, Noel, Mikela, Pat, Sam, Mike e Rachel che inciuciano fino in fondo. Il mio ritmo di viaggio e' costantemente fuori tempo. Quando parto non ce n'e' mai uno che vada nella mia direzione, quando resto sono gli altri che passano di corsa. E a Kuala Lumpur resto una settimana. Per due motivi.
Il primo e' pratico. La frontiera marittima indonesiana rilascia visti solo dietro presentazione del titolo di viaggio che attesti l'intenzione di lasciare l'arcipelago entro un mese. Ma il biglietto non ce l'ho, ne' lo avro' quando mi imbarchero' da Singapore. Percio' non mi resta che addentrarmi in quella foresta di grate che e' l'ambasciata indonesiana di Kuala Lumpur munito di una collaudata faccia da gnorri e di una versione triple face da sfoderare in base alla malleabilita' dell'interlocutore. C'e' quella "Certo che il tagliando ce l'ho. E' in ostello e lo esibiro' alla frontiera", quella "Non sapevo ma provvedero' appena sapro' quando entrero'" e soprattutto quella "Intanto di grazia favoritemi il visto, che' senza la certezza di entrare in Indonesia cosa lo compro a fare il biglietto per lasciarla?".
Il secondo e' futile. E attiene indirettamente al fatto che il 31 agosto 1957, esattamente 50 anni prima che F.P. fosse scarcerato a Bangkok, a Merdeka square - l'ombelico verde di Kuala Lumpur - veniva ammainata l'Union Jack e issata per la prima volta la bandiera malese. L'ex colonia si affrancava dalla corona britannica e dichiarava un'indipendenza che per un decennio abbondante sarebbe stata macchiata dal sangue degli scontri fra le tre etnie che arricchiscono in parti quasi uguali la nazione che somiglia ad un bocciolo sul punto di sbocciare. Oggi con la sua prosperita', il suo tasso di crescita annuo vicino all'8%, la sua stabilita' e la sua pacifica convivenza fra cinesi, indiani e malesi, la Malaysia festeggia il primo mezzo secolo di fiera e sobria liberta'. Il che, per un Paese che si ciba di sport ma da Atene 2004 non ha cavato neanche un misero bronzino, per uno Stato che fra regate internazionali e circuito di Sepang ha capito che investire negli eventi sportivi costituisce una vetrina per l'esterno e - finche' i tassisti che guadagnano 250 euro al mese non si ribellano - un motivo di vanto per gli abitanti, equivale ad organizzare una manifestazione memorabile. E per chi ha fame di sport ma si nutre di idoli altrui, il massimo della libidine e' una partita fra i due sovrani del tennis, due signori che insieme hanno vinto ottanta milioni di dollari di soli montepremi, 117 tornei, 26 titoli del Grande Slam, 12 degli ultimi 15 Wimbledon. Quando comincio' il loro regno sull'erba londinese al Quirinale c'era Cossiga. Pete Sampras e Roger Federer oggi parlano, domani - nel palazzetto di Shah Alam - giocano. Una prestigiosa esibizione, uno show di lusso. Sostanzialmente una fesseria. Ma dopo averne fatte tante, perche' negarmi proprio questa.

p.s. nel titolo c'e' anche il salto dal regale inquilino di Bandar Seri Begawan. Ottantamila abitanti affabili e indolenti e un unico bar aperto tutta la notte, quella piovosa di Scozia-Italia. Che i disponibili proprietari proiettano solo per me. Gli altri tredici frequentatori del locale che serve esclusivamente te', caffe' Illy e cioccolata calda sono inebetiti davanti ai loro laptop. Io mi inebetisco non meno di loro davanti ad una partita di calcio. Non ne guardavo da piu' di cinque mesi. Alla fine torno nell'unica, deserta, blindata guesthouse della cittadina. Commentando fra me e me. Panucci 6: mezzo voto in meno per il gol divorato al minuto ottantasette. E mezzo voto in meno per aver portato la Francia agli Europei.

22 commenti:

Dario ha detto...

Auguri, zio Anto'. E un bacio a Pietro e ad Allegra...
p.s. se e' per questo, piu' di una ;)

Anonimo ha detto...

Non invidio di certo i tuoi conoscenti di viaggio se non per il fatto di averti incontrato.

Anonimo ha detto...

Bene, hai scelto una buona partita per tornare a cibarti di calcio...la milgiore Italia della gestione Donadoni. che ovviamente con questa qualificazione ha azzittito i denigratori vedove di Lippi. E c'avrei scommesso che ti andavi a vedere il buon Roger.Qua solita vita, fa un po' freddino,i negozi abbondano gia` di festoni natalizi e di regali...a proposito, a Natale dove sarai piu` o meno? (gia` te l'ho chiesto mi sa). Tra Nesco, due mie colleghe, due vicine di casa, una mia cara amica...in questi ultimi tempi vedo e sento parlare solo di bebe` e donne incinta...
Tantissimi Baci!!
p.s.l'hai letto il post del biondo? gli hai dato dello zotico...
Chiara Z.

Anonimo ha detto...

"E mezzo voto in meno per aver portato la Francia agli Europei."

Errore Da'... la colpa è sempre del Capitano, e infatti Padovan...

Anonimo ha detto...

Bè, che spettacolo vedere Federer-Sampras (che ancora se la cava, devo dire). Se John (Superbrat) riuscisse ancora a tenere botta ai più giovani si sarebbe potuto pensare a un bel triangolare, e io avrei tifato per colui che negli anni '80 giocò per 2 set 1/2 il più bel serve&volley su terra rossa (Roland Garros)....che ci vuoi fare, sono una romantica!
La prima parte del tuo racconto è stato agghiacciante: della serie vatti a fidare delle istituzioni italiane....ma tanto ci siamo qualificati agli Europei! Che Italia pallonara!
Stefania

Dario ha detto...

Stefania - Limitandomi al dato di fatto, la storia ha agghiacciato anche me. Ma sulle eventuali responsabilita' dell'ambasciata sospendo il giudizio, dopo aver parlato il protagonista della vicenda.
Chiare' - Lo zotico c'ha la memoria corta...
Fili', dillo a Jessica :)

Anonimo ha detto...

e gli alberelli luminescenti?

Dario ha detto...

Li ho immortalati - spenti e defunti - a Bishkek. Ma sono poco fotogenici.
Se ti accontenti delle palme dorate che si intravedono nel giardino del sultano del Brunei...

Anonimo ha detto...

tra le foto del Kyrgyzstan (senza h) non li ho visti, ma sono bastati i sorrisi luminescenti

Anonimo ha detto...

bè questo è vero.

chi è sto castaldo che va in giro per il mondo?

g.

Anonimo ha detto...

visto che non ti ricordi nemmeno le promesse che fai forse qualche trombatina dovresti fartela sul serio così magari ti si illumina la memoria!!!! :)))
comunque non preoccuparti non era niente di fondamentale.
La mia amica siciliana (tal rosalia se ti ricordi) chiede spesso di te, cosa gli farai mai tu alle donne????
Le tue avventure ci riempiono le giornate altrimenti noiose un mondo. un abbraccio

Anonimo ha detto...

A DARIO TE PIACEREBBE ESSE COME FEDERER EHH CALLO EHH CON LA FOTO INSIEME, E UN 5 SCARSO A PNUCCI PE AVER MANDATO DOMENEQ ( SE SCRIVERA' COSI'?) AGLI EUROPEI CIAO DARIO E TIENI DURO AGROPPI TI PENSA SEMPRE CIAO MAX64

Massimiliano ha detto...

Donadoni nun se sta più a regolà(altro mezzo voto in meno al Grinta per questo).Oggi in un'intervista ha paragonato la sua storia a quella del Papa facendo un parallelo tra le sue vicissitudini e quelle del pontefice,ha concluso dando appuntamento a tutti domenica a S.Pietro:"stavorta m'affaccio io!" ha detto il c.t.(cazzarone-tricolore). P.s. Se non scherzava,me sà che Max64 t'ha scambiato pe' Sampras.........sampras che non abbia capito male io! Un saluto(mai dovuto,sempre sentito!)

Anonimo ha detto...

Davero ahò (interiezione romanesca), fra un pò il "dona" prima delle partite fa un messaggio alla nazione a reti unificate e ci da la benedictio urbi et orbi.
Stefania

P.S. ma la bandana di Roger l'hai più presa?

mauro ha detto...

Leggendo il tuo racconto mi è sembrato un pò romanzata la vita del "nostro amico" veneto-emiliano...quanto sarà vera...
un abbraccio e ammazza quanto gioca ancora bene Pete

cester ha detto...

ci ho ripensato come i cornuti....e detto da me che ho sposato tua sorella...
ma come si fa a procurarsi contusioni e lividi giocando a beach volley?? contro i thai poi...
io quando gioco non mi sporco nemmeno le ginocchia... non parliamo poi di lividi e contusioni..

nesco ha detto...

Spero vivamente che nessuno degli astanti osera' dire mai che e' valsa il viaggio, ma comunque la partitella Federer-Sampras di oggi sembra essere stata piu' simpatica di quella dell'altroieri. O no?

Un abbraccio computazionalneuroelettrofisiologico

maila ha detto...

PER EGE (che va in giro e me molla 4 a zero con tutti e 3!!)...E infatti non sei cornuto,sei un diesel!A scoppio ritardato ti vengono le cose!!Ciao Darie'..Sono quella sfigata secca di tua sorella,che legge le tue gesta in una piovosa e fredda giornata piemontese nella quale,Andrea si è vomitato l'anima all'asilo(e sono dovuta scattare a prenderlo imbrattato com'era),Carrie sgagazza allegramente fuori dal pannolino e combatte con le gengive infuocate dall'imminente arrivo del primo dente e Mattia parla in falsetto..Baci Maila

Dario ha detto...

Donc.
Max64 - Il 6 gia' includeva il doppio mezzo di meno.
(Se non era chiaro quello, figuriamoci questo...)
Signora Cappelletti - Contegno e moderazione, please ;) Rosalia ricordo eccome. E giuro che alle donne non faccio proprio ma proprio nulla.
Maure' - Questo era un assaggino. Non ho specificato che ha perso il portafoglio di notte sulla spiaggia perche' era mezzo ubriaco, ma si poteva arguire... E cmq e' proprio per raccontare la sua vita spericolata che pensa di scrivere un romanzo.
Pippiano - L'avevo letto, l'avevo letto. Ma la colpa e' di quelli che si esaltano per mezzo tempo giocato decentemente. Il secondo sotto la pioggerella bruneiana (?) m'e' parso da brivido.
Zio Nesco - No. Pero' la mail APPENA APPENA ricevuta ci si avvicina. Proviene da tal Maggie Ellis e contiene il seguente testo:
"Dear Dario Castaldo,

Thank you for submitting a media accreditation application for Australian Open 2008. I am pleased to advise that your application has been approved. We thank you for your support of this event and look forward to welcoming you in January".
Anche perche' a Roger (Ste', quando ho parlato della bandana?) l'altroieri ho dato appuntamento a Melbourne e mi pareva brutto non rispettare la parola con uno tanto a modo :)
Babbo Ege - Come gia' ebbi modo di dire, con la sabbia ridotta dalla pioggia ad una graffiante piattaforma di cemento, l'ematoma sull'anca e' scontato. Quello sul ginocchio fu figlio di uno scontro a rete (il thai e' proprio uscito), mentre quelli sugli avambracci nascono dal fatto che ero l'unico con patentato in seconda linea. Vedere a Kamarina per credere :)
Mamma Maile' - Carola, Carrie... Aho', IO l'ho chiamata Carolina e Carolina l'hai da chiama'. Un bacino al rompipalle vomitante e al biondo falsettante. Cioe'?

Anonimo ha detto...

stasera ho mangiato un tiramisù da Pompi alla tua salute.
ciao

Anonimo ha detto...

Aho' ... eravamo tutti rosa e c'hanno fatto tutti neri (5 volte). Ancora mi girano tutte le palle ... degli occhi e non certo per l'orario.
Ma come disse qualcuno: VERRA' IL GIORNO IN CUI !!!

Anonimo ha detto...

Salve signor Castaldo
L'ha letto il turista nudo di Lawrence Osborne edizioni Adelphi? Secondo me merita.
Ma quando torna da questo viaggio si rimette a lavorare alla radio parlando di sport, Roma e quant'altro? Sarebbe un peccato e uno spreco, imvho.
Complimenti, scrive bene, auguri e buon viaggio!