domenica 7 luglio 2013

Roy Story

Sei anni fa di questi tempi mi domandavo dove avrei passato la notte e cosa ne sarebbe stato di me il giorno seguente. Oggi so che mi aspetta una coperta termica e una sveglia alle 5, e tutt'al più mi domando se è meglio guardare il Gran Premio, la finale di Wimbledon o la tappa del Tour.
Cioé, me lo domanderei se il televisore non mi avesse appena nascosto tutti i canali.
Un argomento sul quale in teoria dovrei essere pure ferrato...


3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ammazza, i grafici australiani sono all'avanguardia!
Paolo

Anonimo ha detto...

Simpatico, ben fatto, fa ridere il
"sintonizzati per risintonizzare"!
Ma ci sono cosi tanti italiani in Australia?
Ric

Dario ha detto...

Paolé, è in linea con le pubblicità che passano in TV. Roba che manco col Commodore 64. Se gli australiani fossero un filino più sofisticati (e se il proprietario non avesse problemi più gravi, al momento, da affrontare) ci sarebbe da far traslocare qui la Saatchi&Saatchi in blocco.
Ric, ufficialmente 300mila parlanti. Il che comprende figli e nipoti di gente emigrata negli anni Cinquanta dalle campagne calabresi, abruzzesi e venete con la terza elementare in tasca. Insomma, il punto non è tanto quanti sono i residenti che parlano italiano (sempre ufficialmente 1,3% della popolazione - il secondo gruppo non anglofono dopo i mandarini, che sono l'1,4%), piuttosto i soldi che c'ha da buttare il governo.