La passionaccia è nata nell'85, ascoltando la favola del minorenne che vince Wimbledon a forza di Bum Bum. Quel colpo di fulmine m'è costato pacchi di pomeriggi estivi davanti al televisore con il volume al minimo e la luminosità al massimo. Tanto la vista me l'ero giocata molto prima di allora, e interpretare le immagini in negativo di Tele+ era l'unico modo per sbirciarlo mentre caracollava nel giardino di casa sua in attesa di farsela puntualmente sotto in finale. Col tempo ho maturato l'amara convinzione che fosse un idiota di prim'ordine (il poker, più della figlia nata da un rapporto orale sulle scale, ha cancellato ogni dubbio residuo), ma dopo quasi trent'anni provo ancora per Boris Becker una specie di devozione. Il mito è lì, nel pantheon degli intoccabili, assieme a Rinat Dasaev e Willy Fogg. Ad essere sinceri col tempo ha staccato la concorrenza, se è vero che a novembre scorso ho sganciato 72 dollari su ebay per togliermi lo sfizio di possedere finalmente quella sua Puma modello Super, e che a febbraio ne ho cacciati altri 193 quando è sbucata una racchetta identica alla prima, ma in condizioni migliori. Partecipando ad un'asta in piena notte e rilanciando sul prezzo dodici volte, mica una.
Però vado fiero del fatto che da parecchio ho smesso di indossare le sue maglietta FILA fantasia pioggia acida e di servire come faceva lui, colpi di tosse compresi. Il che non ha migliorato significativamente la mia percentuale di prime palle, ma mi ha reso molto meno ridicolo.
Insomma, quando nell' '88 misi piede al Foro e il programma sul centrale veniva aperto da Becker-Tulasne, non stavo nella pelle. Doveva essere una partita ampiamente alla nostra portata (non un Venezia-Roma, no, ma qualcosa tipo Roma-Samp sì) e infatti finì 7-6 6-4 per il francese. Per colpa della scuola dell'obbligo, fra l'altro, di quel match vidi solo la stretta di mano e l'uscita dal campo. Tra i fischi. Fu la prima e l'ultima volta in cui mi imbattei in Boris Becker dal vivo. L'anno scorso ho incrociato Tulasne e ho provato a rinfacciargli l'onta e a condividere il mio dramma giovanile. Lui non si ricordava neanche di averla vinta, quella partita.
Insomma, quando nell' '88 misi piede al Foro e il programma sul centrale veniva aperto da Becker-Tulasne, non stavo nella pelle. Doveva essere una partita ampiamente alla nostra portata (non un Venezia-Roma, no, ma qualcosa tipo Roma-Samp sì) e infatti finì 7-6 6-4 per il francese. Per colpa della scuola dell'obbligo, fra l'altro, di quel match vidi solo la stretta di mano e l'uscita dal campo. Tra i fischi. Fu la prima e l'ultima volta in cui mi imbattei in Boris Becker dal vivo. L'anno scorso ho incrociato Tulasne e ho provato a rinfacciargli l'onta e a condividere il mio dramma giovanile. Lui non si ricordava neanche di averla vinta, quella partita.
Lasciando il Foro mi consolai con un poster Diadora di BB, che si affiancò a Rocky IV e resistette sulla parete anche quando si aggiunsero Senna, Voeller, Michael Jordan e il dream team di Velasco. Uno che s'è bevuto la storia del tiqui taca mazzoniano ante-litteram con Scarchilli, Cappioli e Statuto, quanto ci metteva a convincersi che Lendl, Edberg e Wilander gli allacciavano le scarpe, al suo preferito? Poi il vero vantaggio di crescere con Grobbelaar e Pascutti è che alle disgrazie sportive ci fai il callo da piccolo. Così quando Sampras gli lascia 5 giochi in 3 set nella finale del Foro basta ripetersi che quell'altro è giovane e che la terra è superficie per pallettari, e il gioco è fatto, entro certi limiti la cosa ti scivola addosso. Poi però, quando BB tolse il disturbo, riguadagnai sì i pomeriggi estivi, ma mi trovai a doverci metterci una toppa, sul buco. E mi vendetti al miglior offerente: Rafter per quella storia della doccia insieme, Kuerten perché brasiliano come Aldair quindi per forza lupacchiotto, Hewitt perché ogni volta che scrivevo di lui la Gazzetta dello Sport pubblicava il mio pezzo, Federer perché nonostante tutto non era brutto da vedere. Saltando di palliativo in palliativo, gli anni sono passati, Bum Bum si è riempito di botulino e per spirito di emulazione anch'io ci sto facendo un pensierino.* Però dai e dai uno tira le somme, come ho fatto stamane, realizzando che questa sarà la 25° volta al Foro. In vita mia ci sono più Internazionali di tennis che Natali in Italia, Capodanni in piazza o Ferragosti al mare. E ogni volta è diversa dalla precedente, se non altro per gli aeroporti nei quali mi tocca dormire. Stavolta Abu Dhabi, poteva andare peggio. Il mezzo giro del mondo 2013 prevede le seguenti tappe:
1/5 Melbourne-Kuala Lumpur (Air Asia, notte in aereo)
2/5 Kuala Lumpur-Colombo (Sri Lankan)
2/5 Colombo- Bahrain (Sri Lankan, notte a Manama - sperando che stavolta mi facciano entrare)
3/5 Bahrain-Abu Dhabi (Gulf Air, seguita da pernottamento sui sedili dell'aeroporto)
4/5 Abu Dhabi-Roma (Alitalia)
...
24/5 Roma-Abu Dhabi (Alitalia)
quindi, dopo una dozzina di giorni a zonzo per l'Oman...
5/6 Muscat-Abu Dhabi-Kuala Lumpur (Etihad)
6/6 Kuala Lumpur-Melbourne (AirAsia)
p.s. appuntamento giovedì sera a via Vetulonia.
p.p.s. vengo col bagaglio a mano, non vi aspettate Ugg boots..
* scherzo