martedì 2 ottobre 2018

Vanilla Sky

"Per essere insieme più solidi e rinforzare il peso e la visibilità delle isole dell’oceano indiano, i rappresentanti degli uffici di Turismo della zona Oceano Indiano si sono accordati sul marchio “Les Îles Vanille” all’epoca di un incontro alla Camera di Commercio e dell’industria della Réunion il 4 agosto 2010. Il concetto insiste sulla costruzione di legami e sfrutta la sinergia tra le isole dell’Oceano Indiano per la creazione di composti turistici che favoriscono le scambi inter-isole. Nel mese di luglio 2012, i principali dirigenti di queste isole si sono riuniti per creare l’associazione Vanilla Islands Organisation il cui l’obiettivo è lo sviluppo turistico della zona Oceano Indiano e avrà sede alla Réunion. Questa associazione, essenzialmente finanziata dall’Unione Europea, avrà la possibilità ed i mezzi per concepire delle azioni a grande scala."
È perfettamente legittimo cercare di costruirsi un'identita' da depliant quando i turisti sono pochini, soprattutto se l'esperienza dei tuoi vicini - Seychelles e Maldive - insegna che da quell'industria potresti ricavare tra il 65 e il 76% del prodotto interno lordo. Comprensibile anche l'idea di piazzare la sede alla Reunion, dove l'ultimo colpo sparato se l'e' beccato un dodo nel 1790 e dove la vicenda piu' controversa degli ultimi due secoli e' una fake news sul ritrovamento dell'ultimo esemplare di Raphus cucullatus

Corretto anche cercare di legare il proprio nome a un'immagine rilassante come quella della vaniglia, perche' mica vorrai sbandierare ai quattro venti che i comoriani sono talmente litigiosi che dopo essersi affrancati dalla Francia - nel 1975 - per 19 volte hanno cercato di rovesciare il governo in carica o di farsi la guerra tra di loro. E che nel 2002 sono dovute intervenire le truppe dell'ONU per stoppare l'ennesimo colpo di stato seguito da dichiarazione di indipendenza dell'isola di Anjouan. No?




La verità è che quando nessuno ti conosce puoi raccontare di te quel che ti pare. Se la gente conoscesse le Comore, per esempio, probabilmente storcerebbe il naso di fronte alla storia della vaniglia. Perché è vero che l'arcipelago ne produce 15 tonnellate l'anno, ma e' altrettanto vero che gli abitanti sono settecentomila gatti spapargliati su tre isolette e uniti dalla religione (musulmana), dalla lingua (lo shikomor, una specie di dialetto swahili con influenze arabe) e dall'etnia. Eppure non fanno altro che bisticciare. Per cui ad essere onesti onesti sarebbe piu' adatta l'etichetta di isole delle cerbottane, dei machete, dei kalashnikov o qualcosa del genere
Il Madagascar - che pure di vaniglia e' il primo produttore mondiale - docet. Agli occhi del mondo la quarta isola piu' grande del pianeta si vende come un pachiderma solare e bonaccione. Paciosa perche' c'ha i baobar, c'ha i lemuri, c'ha i camaleonti e perche' la Pixar c'ha ambientato un film con zebre, leoni e pinguini (anche se zebre, leoni e pinguini non ci sono mica, in Madagascar). Ma la realta' e' un po' diversa. Soltanto il mese scorso una partitella di calcio col Senegal ha provocato una decina di morti. E visto che il 19 dicembre si tengono le elezioni con 46 candidati, la meta' dei quali sono stati gia' presidenti, vice presidenti o hanno ricoperto incarichi analoghi, gli osservatori delle Nazioni Unite sono gia' preallertati. Per la cronaca, l'attuale presidente malgascio si chiama Rajaonarimampianina. Sarebbe interessante leggere la scheda elettorale con altri 45 nomi cosi'.

N.b. A proposito di leggere. Come al solito parto col bagaglio a mano. E come al solito ho piu' libri che mutande e calzini messi insieme. Ma essendomi caricato in extremis l'ipad e avendo appreso l'antica arte dello scaricamento dei libri in pdf, oltre a quelli della foto mi sono portato Roderick Duddle, Fahrenheit 451 e Istanbul, il secondo Pamuk oltre a "My name is Red". A 23 anni dalla prima volta, a 19 dalla seconda e a 11 dalla terza in cui mi sono riempito la bocca descrivendola come la città piu' bella del mondo dopo la mia, ho deciso che mi tocca. Il primo volo, tecnicamente il secondo, fa scalo li'.