martedì 27 maggio 2008
On The Road
giovedì 15 maggio 2008
Rehab
...è uno sporco lavoro, ma qualcuno doveva pur farlo!
creata una nuova galleria di foto di viaggio assortite e stravaganti... RTW Overland 2007-2008): Album di Viaggio ►
lunedì 12 maggio 2008
L'étranger (Comme un roman)
Trecento giorni dopo, sono tornato nel Paese di partenza. E con lo zaino ancora sulle spalle ho sentito Cesara Buonamici. "All'abitudine un po' snob di andare a lavorare in bicicletta, il neo sindaco di Londra ha preferito la vettura con autista". Delle due l'una: o l'aver ascoltato 53 volte Boys Don't Cry mi ha defintivamente rincitrullito o in alcune tv di questa singolare nazione le attribuzioni vengono distribuite - come dicono a Timor Est - a cazzo di cane. Pur di fuggire a Uomini e Donne versione CULT ho trascinato giù un nipote a caso. E dietro l'angolo un cartellone pubblicitario sotto l'indicazione stradale per Agrate Conturbia mi ha informato che il Gabibbo era atteso al Gigante di Varallo Pombia domenica 11 maggio. Che poi è il giorno in cui l'Inter FC ha conquistato finalmente il suo primo punto da quando sono rientrato in Italia. E in cui Rino mi ha accolto con un ghigno, esclamando: "In settantasei campionati di calcio a girone unico è la venticinquesima volta che lo scudetto si assegna all'ultima giornata...".
Già. Mi sono seduto sulle scalette e ho riaperto quell' Ombre sulla via della Seta che Lidia mi aveva regalato dieci mesi fa. "Cento motivi reclamano la partenza. Si parte per entrare in contatto con altre identità umane, per riempire una mappa vuota. Si ha la sensazione che quello sia il cuore del mondo. Si parte per incontrare le molteplici forme della fede. Si parte perché si è ancora giovani e si desidera ardentemente essere pervasi dall'eccitazione, sentire lo scricchiolio degli stivali nella polvere; si va perché si è vecchi e si sente il bisogno di capire qualcosa prima che sia troppo tardi. Si parte per vedere quello che succederà". Tornato a casa mi sono sistemato davanti ad un computer che ancora non riesce a smaltire 4000 mails in coda. E di fronte al candore del motore di ricerca, ho digitato Madagascar.
giovedì 1 maggio 2008
Blowing in the wind
Il fatto è che esperienze così ti dicono che non sei un'entità estranea al mondo. Ti spiegano che il tuo corpo è tramite, non confine. Ti insegnano a non vivere sulla difensiva. A non provare mai disgusto o fastidio. Quasi mai paura. Vivi, capisci, accetti, ti integri. O ci provi, che è già qualcosa. Quando infine hai realizzato che l'essere umano è un animale inoffensivo, senti che puoi finalmente cominciare a correre senza freni. Ad amare. Kapuscinski sostiene che il viaggio insegna l'umilta' perche' ci mette di fronte alla nostra ignoranza. Vero. Le domande che restano appese sono sempre piu' delle risposte che suggerisce. Infatti a me restano un sacco di dubbi. Chissa' se qualcuno ha ritrovato la Professor Gul, per esempio. O chissa' se hanno allargato quella porticina fra Uzbekistan e Kazakhstan. E chissa' se il capitano di Labuhan Bajo ha rottamato la barca o c'ha messo un altro cacciavite. Chissa' se nel frattempo l'impiegato della banca di Dunhuang s'e' accorto che sopra la sua testa c'e' scritto Western Union e s'è fatto spiegare cos'è. Chissa' se nel motel di Comayagua, quello col murales di una coppia inciuciante dipinta in un cuore, hanno realizzato che chiamarlo Mi segunda ilusion porta quantomeno sfiga. Chissa' se quegli sticchi del Chilly Willy's l'ultima sera non si sono neanche avvicinate perche' tanto ce l'ho scritto in fronte che l'articolo non mi interessa.
Poi, quando l'aereo avra' rimbalzato sulla pista, i pensieri saranno stati cancellati da quell'applauso. Inconfondibile. In Italia - solo in Italia - pare che il comandante si esibisca in un triplo axel invece di fare il suo dovere. E allora saro' sceso sul pratico. Come sara' presentarsi senza dire "...come Mario con la D" e facendo cadere l'accento sulla vocale giusta. Come sara' usare gli euro dopo aver maneggiato altre 25 valute. Come sara' dormire su un letto mio dopo aver trascorso le notti in 150 posti diversi. Quanti sampietrini bagnati prima di volare giu' dal motorino. Quanto calda sara' la scossa degli abbracci.
E alla fine di tutto mi sara' rimasta una domanda. Una sola. Quella che mi tormenta da mesi. E alla quale non importa quanto legga, ascolti, cammini o pensi, non riesco a trovare la risposta giusta. Una domanda sola... Ma quale cavolo era il PIN del mio cellulare?