martedì 13 novembre 2007

De bich

Immagina un mondo a parti invertite. Le coste europee, da Santorini a Saint Tropez, da Torremolinos a Torre a Mare, invase da orde di asiatici, dalla creme del coattume spendaccione di tutto il levante. Vacanzieri famelici, superficiali e un po' maleducati, che convergono da ogni angolo di oriente con i loro pitoni tatuati sul deltoide e 24 ore su 24, 7 su 7, 365 giorni l'anno, si riversano in massa negli stabilimenti mediterranei assetati di svaghi, carichi di soldi e di desideri da esaudire. 
Metti che il primo dei desiderata sia che il posto che li accoglie somigli a quelli che hanno lasciato a casa. Metti che la necessita' economica e l'impreparazione prima, la connivenza e la mancanza di responsabilita' poi, indeboliscano l'istinto di conservazione della propria identita' di chi li ospita e col tempo gli amministratori locali e la legge del piu' forte trasformino dalle fondamenta le localita' balneari europee secondo le direttive e le inclinazioni degli ultimi arrivati. 
Metti che alla fine l'imperativo categorico diventi di assecondarne le richieste perché o così o pomì. 
Come effetto di queste tensioni centrifughe, dalle coste europee spariscono gradualmente gli alfabeti latino e greco e ovunque spuntano insegne, pubblicita', prodotti e menu esclusivamente in ideogrammi. Piano piano, le balere arrivano a suonare solo buona musica vietnamita, i bar a trasmettere i match del campionato pakistano di cricket, i chioschi a preparare leccornie cinesi come gli spiedini di scorpione e le zuppe di zampe di gallina. Perché i turisti orientali sono abituati a questo, pretendono questo. E nessuno ha la voglia di sottrarsi all'imposizione dei loro costumi o ha la forza di combattere le leggi del mercato. 
Va a finire che, nelle località di mare europee manipolate come pezzi di pongo, per tirare a campare le anziane devono indossare abiti folkloristici e armeggiare con rospi di legno pur di attirare l'attenzione dei ricchi turisti stranieri per vendergli qualche ammennicolo, le donne devono piegarsi a fare massaggi ai piedi di bofonchianti panzoni cambogiani, gli uomini non possono far altro che propinare souvenir tibetani, magliettine cingalesi, scarpe nepalesi e pantaloni indiani - falsi ma pari pari agli originali di moda in Asia. E le ragazze e i ragazzi possono semplicemente vendere il loro corpo.
Phuket e' cosi'. Al contrario, ovviamente. Perche' attualmente il mondo gira in questa direzione.
Sulla battigia thailandese gli stranieri sono arrivati in massa una ventina di anni fa. Hanno cominciato in punta dei piedi, chiedendo l'usufrutto di spiagge candide e larghe, quindi le hanno attrezzate con i loro passatempi e infine si sono appropriati del manico. Per le loro serate hanno consigliato ai locali di seminare trappole per lo shopping compulsivo ad ogni metro quadro. E per le loro notti, visto che c'erano, hanno chiesto e ottenuto che il Paese offrisse sesso facile a prezzi modici. 
Hanno investito tutto e tutti.
E di fronte al dilagare della contaminazione, l'unico Stato del Siam che nella sua storia non e' mai stato occupato da una potenza coloniale ha detto si', si' e ancora si', consegnandosi al dollaro e alla masnada che si muove da casa solo a patto che il diverso non sia troppo diverso, che la globalizzazione sia all'insegna dell'occidentalizzazione, che il terzo mondo scimmiotti se stesso, si faccia addolcire da un paio di palline Haagen Dasz e si prostri davanti agli sghei. Ringraziando, pure. E la Tailandia ha ringraziato.
Khawp khun (ka').
Figa - pensa qualcuno - naturale che vada cosi': noi siamo abili, forti, intraprendenti e civilizzati. Loro sono succubi, fragili, disponibili e sostanzialmente pirla. Ovvio - penso io - infatti per produrre una siffatta aberrazione culturale e umana bisogna essere in due.

Viaggiare da straniero nel Paese che da piu' di sessanta anni e' governato da Bhumibol Adulyadej, un monarca in rosa sempre piu' incartapecorito e sempre meno rappresentativo, e' difficile muoversi senza ritrovarsi un adesivo sul petto che dica a chi di dovere dove ti deve portare. Ed e' impossibile capire di cos'altro vivano i thailandesi se non degli introiti derivati dall'afflusso scomposto di 12 milioni di turisti all'anno. Qui si vende tutto, e quello che non si vende si affitta: una barca, un paracadute, una moto d'acqua, un buggy, un paio di mani delicate. O una spiaggia teoricamente protetta. Quella di Maya bay, in uno spicchio della piu' piccola delle due incantevoli isole di Phi Phi, nel 2000 e' stata chiusa per quasi un mese. Danny Boyle e la sua produzione di Hollywood hanno preso spunto dall'omonima novella di Alex Garland e si sono installati in un parco naturale, dove hanno ripreso il faccino di Di Caprio e la scucchia di Robert Carlyle nel film The Beach.
Una pellicola dalla quale si desume che i viaggiatori indipendenti siano membri di una setta di invasati antropofagi costantemente sotto l'effetto di sostanze psicotrope. 
"Quando se ne sono andati avevano modificato per sempre il profilo della spiaggia" si lamenta una signora che mi affitta maschera e boccaglio per lo snorkelling. 
Pero' adesso il numero di chi va a vedere quella distesa di sabbia e' quasi raddoppiato. E allora va bene cosi', perche' e' il risultato che conta.
E a giudicare dalla rapidita' con la quale si e' ripresa dalla devastazione del 26 dicembre 2004, l'isola che penzola come una goccia di terra nel mare delle Andamane ha imparato a perseguirlo senza troppi scrupoli, quel risultato. Progettata come un parco giochi per turisti poco abbienti, col tempo e' diventata il Bengodi degli acquisti e la Las Vegas della lussuria. Una volta che hai partorito un posto cosi' e' difficile tornare indietro, e' indispendabile andare avanti ed e' consigliato pure accelerare. Perche' chi rallenta si fa superare a destra e chi si ferma e' perduto. 
L'ovest sforna dissociati a iosa, e se Phuket dovesse frenare davanti a qualche rimorso di coscienza o dubbio esistenziale, altrove spunterebbe qualche altra spiaggetta, qualche altra comunita', disposta a mettersi in mutande. Per poi togliersele davanti ai soldi stranieri.

Percio' quando cala la sera, l'isola da' il meglio di se'. Davanti ad ogni bar, anche il piu' periferico e pudico, spuntano una mezza dozzina di signorine che ti invitano a bere. Non mordono, ma garantiscono quella compagnia che la maggior parte di chi e' volato fin qui non disdegna. E che a Phuket e' il minimo sindacale per sopravvivere alla concorrenza. Li' dove invece il gioco si fa' piu' duro, a Bangla', in una costola di Patong, proliferano i banana e i ping pong show, i locali dove pulzelle succinte ballano su una passerella finche' non arriva il turista di turno che per una cinquantina di euro se le porta un'oretta nell'hotel di fianco. Per strada si moltiplicano le avances delle meretrici, le occhiate spermatozoiche dei lady boy e le proposte di massaggio. Ai piedi, alla testa, su tutto il corpo, con olio o sportivi, quelli con la sorpresa nell'uovo. Il mare e' un accessorio, le giornate scivolano veloci verso la loro consacrazione. E siccome nell'hard discount della depravazione si respira polvere di viagra, l'identita' di ogni avventore pare marchiata a fuoco dalle sue abitudini sessuali, etichettata dalle finalita' della sua visita. 

Allora noti centinaia di lui bianco con lei thai, decine di lui bianco canuto con lei thai giovane, di lui bianco con un lui thai che pero' si sente una lei thai, di lui bianco con un lui thai che si sente un lui thai, di lui bianco venuto a cercare una lei thai, di lui bianco venuto a cercare un lui thai, di lui bianco venuto a prendere quel che offre la piazza. Se sei a corto di fantasie sessuali, fai una passeggiata per Patong e alla fine ne saprai piu' di prima. Tanto tutto si svolge en plein air, dalle proposte verbali alle carezze sullo scroto. Sara' un caso, forse una forma di prudenza, spero non una conseguenza di altro, ma a Phuket quasi non si vedono bambini. 
"Io vengo qui due volte l'anno - mi dice Uwe, un quarantreenne tedesco - passo un po' di tempo a Patong e un po' a Pattaya dalla mia ragazza. La quale (ride) e' sposata con un italiano che la mantiene a distanza girandole 300 euro al mese". Mi ricorda un'altra storia. Quella che che fini' con una ragazza peruviana sposata col gestore di un bar di Pavia che in una discoteca di Arequipa mi pianto' teatralmente un dito sullo sterno e mi disse: "Non sai quello che ti perdi". 
Sbagliato. Con uno sforzo di immaginazione ci arrivavo, a capire cosa mi fossi perso. 
Me lo sono volutamente sempre perso, dappertutto. Ma il punto non era e non e' mai stato quello.
Percio', per evitare che anche Uwe mi pianti un dito al centro del petto e mi dica che non so quel che mi perdo, non glielo confesso mica che per la seconda volta me ne vado dalla Thailandia senza trombatine all'attivo. E non gli dico neanche che a Phuket non ho comprato una t-shirt che sia una, e che i miei unici souvenir sono una contusione al polso sinistro, una al ginocchio destro, una all'anca e due ecchimosi grosse come bruschette sugli avambracci. Non mi ha mazzulato nessuno, e' solo overdose di beach volley. L'unica cosa che mi manca della Thailandia quando martedi' sera, dopo 13 ore di trasferimenti, arrivo a Georgetown, in Malaysia.Un altro mondo.

37 commenti:

Anonimo ha detto...

Ah, stai in Malaysia!
Speriamo se ne accorga anche Federico Nisi che stamattina in radio ti faceva in Tagikistan.

Anonimo ha detto...

eviterei di giocare a beach volley se questi sono i risultati...lascia perdere non fa per te...:) nicoletta

Anonimo ha detto...

Ehi vecchiaccio, non sono morto! Ti seguo, sommessamente e trasognato. E ho appena deciso di rendere partecipe del tuo viaggio la mia amata community, come potrai ben vedere :)

http://www.cicloweb.it/forum/viewthread.php?tid=6870

Ti abbraccio forte

Dario ha detto...

Battista - Annamo bene...
Grasso (Nicoletta) - Non mi abbasso a vantarmi dei buchi che ho lasciato sulle spiagge di Koh Samet, Krabi e Patong. Anche perche' spesso ero circondato da "lady boy" in borghese... :)
Grassi (Marco) - Mo' che la stagione ciclistica e' finita e' facile ;)
Grazie di cuore.

Anonimo ha detto...

E allora datti all'ippica.
Bello fare il campioncino con gente alta 1m e 20 al garrese.
Se certe cose non le sai fare ... non falle.
Va avanti per la tua strada, sempre a Sud e non ti lasciare coinvolgere dall'animatore di turno del "Resort Thailandia Beach".

Dario ha detto...

"Bello fare il campioncino con gente alta 1m e 20 al garrese."
Bellissimo, infatti. Ma mai come farlo con certi tripponi che rotolano fra Scoglitti e Santa Croce :)

Dario ha detto...

Cacchio... a proposito di gente alta 1 metro e 20 al garrese... Auguri a Buzzanca - con lieve ma perdonabile ritardo - e a Doria!
Appena piu' alto di loro il dottor Mazzarini, desaparecido di via Capponi.

Anonimo ha detto...

Degno della famosa pubblicità "Ti piace vincere facile" giochi a beach volley coi Tailandesi. Che differenza rispetto alle accese sfide di tennis col grande capitano.

Bella Da'

AleRoma55

Anonimo ha detto...

E se invece de scrive fregnacce agli astanti provassi a completà sto post?

Dario ha detto...

Mi si e' seccata la fantasia.
Per questo ti ho spedito quattro foto e tre filmati da (gentilmente) pubblicare :)

Anonimo ha detto...

A gentile richiesta:
un filmato auto_fai_da_te_stesso (si mette la macchinetta su un trespolo e ci si pone davanti l'obiettivo).
Prerequisiti:
- barba fatta
- pettinato con riga al centro
- giacchetta e camicia linda
- sotto non importa, puoi utilizzare il metodo "signorino buonasera" da 1/2 busto.
P.S.: Il contenuto dell'intervista non ci interessa; qualunque cazzata ci racconterai sarà sempre ben accetta pur di vedere il tuo musino.

Dario ha detto...

- giacchetta e camicia linda

Se mi sovvenzionano la tintoria...

Anonimo ha detto...

Oddio, si` che bella idea!!! sarei troppo contenta di vederti e sentirti parlare!! Lavoro per bobo? bobo, sarai ricompensato:-) Mi accontento anche di sporco, spettinato e con la barba lunga. Aumenterebbe il tuo fascino:-0
Un bacio grande!!
Chiara Z.

Anonimo ha detto...

Si, la tintoria, sempre facendo attenzione a non mettere il famoso asciugamano rosso porpora insieme al bucato, eh?
Sulle varie ferite di guerra riporate contro gli indigeni facendo Mimì Haiuara,a Dà, ma non è che sei semplicemente scivolato scendendo qualche scaletta?
Ti seguo sempre con curiosità (e invidia)
Stefania

Dario ha detto...

Ste, l'asciugamano rosso e' stato magnanimamente regalato ad un ragazzino thailandese...

Anonimo ha detto...

Bè, almeno ti si è alleggerito lo zaino.... o forse no, vista la quantità industriale di libri che scambi ad ogni fermata....
Stefania

Anonimo ha detto...

bella Castà, te s'è seccata la fantasia...pensavo peggio...

pieno de lividi pè na partitella a beach volley contro i 7 nani...pensa quando te capiterà de ripassà all'olimpico!

tanto bobo nun c'ha un cazzo da fà...se non oliare ghigliottine.

Anonimo ha detto...

ma quella bella ragazza in bikini bianco che mostra il suo lato migliore l'hai conosciuta? O magari sei tu che stai facendo le sabbiature quella sagoma accanto a lei? Le sabbiature fanno miracoli...Qui c'e` un'ariaccia in questi giorni.
Chiara Z.

Anonimo ha detto...

ohhh buon proseguimento di viaggio e grazie mille per gli auguri. Sei sempre nei miei pensieri
Doria

Anonimo ha detto...

Tra 5° di latitudine passerai l'equatore. L'evento, anche se non sarà la prima volta, è da festeggiare in maniera adeguata: mi aspetto almeno un bel trenino al suono di una marcetta brasilera con tanto di tric-trac, assicutafimmini e giochi d'artificio.
Ti ho dato l'idea per il tuo primo video auto biografico da condividere con noi pubblico non pagante.

Anonimo ha detto...

Speriamo di convincere Gianluca a leggere ciò che hai scritto, se non altro userà il compiuter per uno scopo diverso dal gioco. Sarà difficile Baci Mara
P.S. Come faccio ad inviarti alcune foto???? Conosci i miei limiti

Dario ha detto...

Cara Mara: qui a destra c'e' l'icona di una bustina con su scritto Info&Proposte. Se ci clicchi (o clikki, che fa giovane giovane) sopra scopri che puoi mandarmi via mail quel che ti pare. Nessuna censura, c'e' solo il filtro di Bobo, che e' persona matura, vaccinata e che conosce l'arte della discrezione.
Chiare': no, e non me ne dolgo affatto :)
A proposito... spiega al sor Milioni che quando piove la sabbia si indurisce e poco si presta ai tuffi in zona 5 e 6 (ma posso parlare di sport giocato con uno zotico telecalciofilo? ;)

Anonimo ha detto...

Maturo, vaccinato e discreto... ce sarai te e tutta la corriera con cui viaggi ;-)

Dario ha detto...

Voelvo appunto dire che Bobo e' immaturo, svaccinato e indiscreto.
(e pubblica le foto ad minchiam :)

Anonimo ha detto...

Figuriamoci quello che le scattam...

Anonimo ha detto...

Aspetto con ansia che il mondo si capovolga, ma più che da est a ovest o da sud a nord, dal basso in alto...

Anonimo ha detto...

ti saluta Davide l'Artigianino così, tanto perchè non aveva di meglio da fare

Anonimo ha detto...

zotico? vabbè m'hanno detto di peggio...potrebbe persino esse un complimento.
calciofilo? si, ma se continua così ancora x poco.
tele proprio no nun ce provà. attendo le tue scuse.
p.s. e quelle poche volte che abbiamo giocato contro nun hai strusciato na palla...

Anonimo ha detto...

Bella fatica... so' boni tutti a gioca' contro uno che c'ha un piede solo...

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